Il Cellulare può provocare tumori e diminuire la rigenerazione del sangue


Uno scienziato americano, Goerge Carlo, dopo tre anni di ricerche a capo del gruppo Health Risk Management Group, ha reso noto i risultati dello studio che è costato più di 27 milioni di dollari. La ricerca ha rivelato che il cellulare può provocare tumori al cervello, danneggiare le funzioni di rigenerazione del sangue, provocare danni ai bambini e alle donne incinte.

Telefoni senza fili, cellulari e cordless, ancora sotto accusa per il rischio di tumori al cervello.


Roma, Italy -(Adnkronos/Adnkronos Salute) L'allarme arriva da ricercatori di diversi Paesi ed e' contenuto nel Rapporto 'Telefonia senza fili e tumori cerebrali: 15 motivi di inquietudine', pubblicato da EM Radiation Research e disponibile online (www.radiationresearch.org). Secondo lo studio, l'uso di questi apparecchi e' pericoloso soprattutto per i bambini, che rischiano piu' degli adulti di ammalarsi di tumore al cervello. Ma ci sono anche pericoli di un aumento di tumori oculari, alle ghiandole salivari, di linfomi e leucemie.

 Le ricerche fino ad oggi finanziate dai produttori di telefonini sottostimano i rischi, secondo le accuse degli autori del Rapporto inviato ai capi di Governo e ai media, e che indica nel dettaglio i 'vizi' di impostazione dello studio internazionale Interphone lanciato nel 1999, realizzato in 13 Paesi e finanziato dalle aziende di telefonia. Interphone, spiega il Rapporto, voluto proprio per valutare i rischi di tumore cerebrale, sottostima il problema.

I suoi 'errori' rappresentano la maggioranza dei motivi d'allarme che danno il titolo allo studio e che si aggiungono ai dati sui rischi di tumore, sulla maggiore vulnerabilita' dei bambini e sulla scarsa trasparenza degli studi. Nel Rapporto i ricercatori propongono anche alcune raccomandazioni generali per ridurre i rischi delle radiazioni: - preservare alcuni luoghi pubblici (scuole, asili, parchi gioco eccetera) da ogni tipo di radiazione; - organizzare campagne di comunicazione e di prevenzione destinate agli adolescenti e ai bambini.


10 REGOLE IGIENICHE PER L'USO DEL TELEFONINO ! 

- telefonare raramente ed il più brevemente possibile! 
Sarebbe auspicabile che i bambini e i giovani sotto i 16 anni non utilizzassero del tutto il telefonino 
- non tenerlo contro l'orecchio durante la ricerca di comunicazione 
- non telefonare in auto, bus e treno: qui l'irradiamento è molto più potente 
- tenerlo il più lontano possibile dal corpo durante l'invio di SMS 
- durante la comunicazione, tenersi a qualche metro di distanza dalle altre persone poiche’ anch'esse subiscono l'irradiamento 
- non tenerlo nella tasca dei pantaloni poichè l'irradiamento può avere effetti nefasti sulla fertilità maschile 
- spegnetelo sempre durante la notte. Non depositarlo in prossimità della testa 
- non utilizzarlo per i giochi 
- gli auricolari non sono inoffensivi. Il filo ha un effetto conduttore per l'irradiamento 
- i collegamenti LAN, vale a dire UMTS, provocano un irradiamento ad alto dosaggio

International Agency for Research on Cancer (IARC) Dopo tanti allarmi non sostanziati da prove scientifiche, alla fine è successo. Sull'ultimo numero di Epidemiology è stato pubblicato uno studio del Karolinska Institute di Stoccolma che dimostra come l'uso dei telefoni cellulari per 10 anni o più sia in grado di determinare il raddoppio dei casi di un raro tipo di tumore, il neurinoma acustico.

Lo studio è svedese ma le nazioni partecipanti al progetto 'Interphone', coordinato dallo IARC (International Agency for Research on Cancer), l'agenzia dell'OMS con sede Lione, sono 13. All'inizio dell'anno, i risultati della tranche danese avevano fatto tirare un sospiro di sollievo ai produttori di telefonini, poiché non era stato rilevato un maggior rischio per la salute in chi usava il cellulare. Ma lo studio danese era più piccolo di quello svedese. E naturalmente adesso tutti gli occhi sono puntati verso gli altri rami dello studio -i paesi partecipanti sono 13- i risultati dei quali dovrebbero essere pubblicati all'inizio del 2005. Fonte: Lonn S, et al. Epidemiology, 2004, 15: 653-659

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